sabato 13 luglio 2013

Oidio, muffa incontenibile.

Il clima "strano" di questi ultimi periodi ha di molto favorito lo sviluppo di malattie crittogamiche sui nostri terrazzi e balconi. Infatti, la primavera calda e molto umida, che abbiamo passato, ha gettato le basi per la proliferazione e la diffusione, per nostro sommo dispiacere, di un fungo temibile e persistente: l'Oidio.
Prima di passare alla scheda della patologia, vorrei spendere due parole per spiegare che tipo di "nemico" ci troviamo davanti e in che modo ha colpito il mio balcone.
L'Oidio è un fungo che compare improvvisamente nei nostri spazi ed invade velocemente la pianta su cui ha attecchito. Essendo presenti molte specie, tra cui anche molte asessuate, la sua propagazione è molto rapida. Io ho trovato la presenza di macchie biancastre da un giorno all'altro su alcune piante del mio balcone. Le spore del fungo si depositano in precedenza sulle parti colpite e attendono, anche a lungo, le condizioni atmosferiche favorevoli alla crescita. Così in una sola notte è capace di manifestarsi su foglie, fusti e germogli. Devo ammettere che se non avete mai avuto a che fare con il mal bianco, potrà cogliervi impreparati, è successo anche a me. Ma una volta avuto il primo contatto vi assicuro che è impossibile non riconoscerlo di nuovo e ai primi sintomi. Inizialmente potrebbe anche essere scambiato per polvere o pulviscolo atmosferico, soprattutto se abitate in zone particolarmente trafficate, ma con il progredire dei giorni e dell'espansione del fungo non avrete più alcun dubbio sulla diagnosi da effettuare.
Spero che queste mie parole possano esservi utili per riconoscere e prevenire l'oidio fin dalle prime manifestazioni, quando potrebbe sembrare una polverina carina e innocua. Inoltre ricordiamo sempre che la prevenzione è l'arma più potente che abbiamo a disposizione!


Finalmente possiamo passare alla scheda vera e propria del fungo per analizzare le cause e i metodi di difesa che possiamo utilizzare per prevenirlo ed eliminarlo.

Nome: Oidio, Mal Bianco, Albugine.

Come si presenta: è un fungo imperfetto, detto così in passato per la difficile classificazione dovuta alle diverse modalità di riproduzione (sessuata e asessuata) presenti in questa famiglia, Ascomiceto della famiglia delle Erisifacee. Sviluppandosi produce una patina biancastra che ricopre l'intera parte interessata del vegetale. La patina ha l'aspetto di una polverina che ricorda una schiuma secca. Può essere asportata facilmente con le dita ma tenderà a ricomparire in 1-2 giorni. Allo stadio iniziale si formeranno delle macchie bianche sparse, poi, con il progredire dello sviluppo del fungo, la copertura risulterà sempre più omogenea fino ad interessare l'intera superficie della zona colpita.


Riproduzione e diffusione: la riproduzione può essere:

  1. Sessuata: è la più diffusa. Si formano dello ascospore che inizialmente vengono racchiuse in cleistoteci (capsule chiuse) che gli permettono di resistere anche agli inverni più freddi. Una volta posizionato sulla pianta e quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli, i cleistoteci si aprono e inizia lo sviluppo del fungo, che penetra all'interno dei tessuti verdi e attinge le sostanze necessarie al suo sostentamento. 
  2. Asessuata: questa riproduzione può sostituire la sessuata e si ha la formazione di spore agame, dette conidi. Queste, una volta sull'ospite, seguiranno lo stesso sviluppo delle sessuate.
La propagazione delle spore è principalmente svolta dal vento che le disperde nello spazio circostante.


Piante colpite: il mal bianco colpisce una grande varietà di piante, vista anche la grande varietà di specie presenti. Ricordiamo fra le altre: cicoria e lattuga da taglio, fragola, menta, rosa, melone, cocomero, origano, maggiorana, vite, rosmarino, e molte altre specie.


Quando compare: diciamo che la temperatura e le condizioni atmosferiche influiscono molto sullo sviluppo e la propagazione. La temperature ottimale va dai 20°C ai 32°C. Al di sopra dei 32°C e al di sotto dei 5°C si arresta il processo di sviluppo del fungo. L'umidità non influisce direttamente ma l'alternanza di pioggia e sole ne facilita lo sviluppo. Sul balcone è anche importante non bagnare direttamente le foglie delle nostre piante per non ricreare le condizioni sopra descritte. Un'altro parametro fondamentale è la circolazione di aria tra le varie piante. L'interruzione della circolazione di aria o la troppa vicinanza tra un vaso e l'altro sono fattori che favoriscono di molto lo sviluppo dell'Oidio. Per questo fcciamo particolare attenzione alle specie che mettiamo in serra. Dobbiamo sempre garantire ad esse un ricambio di aria adeguato e sufficiente.


Che danni provoca: inizialmente le foglie non subiscono danni evidenti. Con il passare del tempo potremo vedere: arricciamento, decolorazione, con zone più chiare; fino a necrosi e disseccamento della parte interessata. Tutta la pianta alla fine andrà incontro a morte.


Come combatterlo sul balcone: la prima arma, come già detto più di una volta, è la prevenzione. Quindi faremo attenzione agli spazi, per garantire la circolazione ottimale di aria fra le varie specie vegetali; alle innaffiature, non affogando le nostre amiche verdi e senza bagnare l'apparato fogliare; e utilizzando una coltivazione ottimale rispettando le esigenze di ogni specie coltivata. Se tutto questo non dovesse bastare, il rimedio più efficace, oltre ad infusi di aglio o equiseto, è lo zolfo. Infatti lo zolfo è in grado di bloccare lo sviluppo del fungo. Le dosi da utilizzare, per quello in polvere, sono di 1-3 grammi per litro di acqua. Leggere comunque le modalità di utilizzo e le precauzioni per l'uso direttamente sella confezione acquistata. Anche il bicarbonato svolge la stessa azione dello zolfo, bloccando la crescita e bruciando il mal bianco. Si utilizzano 3-4 cucchiaini di bicarbonato per litro di acqua. L'unica controindicazione del bicarbonato è che può essere utilizzato solo su specie che gradiscono terreni o ambienti alcalini. Se anche lo zolfo e il bicarbonato non dovessero bastare, perché la propagazione è già sfuggita a qualsiasi controllo, non resta che recidere completamente la zona colpita.


Spero che non dobbiate mai avere a che fare con questo temibile avversario.Se dovesse capitare però, spero di avervi dato sufficienti informazioni per combatterlo ed annientarlo nel migliore dei modi e senza danni per le vostre preziose colture.
Buona lotta e buona coltivazione a tutti.

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